Leggo ora, con mio grande rammarico, la notizia che Donald Trump, presidente degli stati uniti d’america (che scrivo volutamente in minuscolo), ha di fatto cancellato l’adesione americana agli accordi di Parigi sul cambiamento climatico.

Tali accordi, sottoscritti dalle delegazioni di 196 paesi, prevedevano:

  1. la limitazione dell’aumento della temperatura entro i 2°;
  2. un consenso globale, nel senso che aderirono i quattro più grandi inquinatori: oltre all’Europa, anche la Cina, l’India e gli Stati Uniti si sono impegnati a tagliare le emissioni;
  3. controlli ogni cinque anni, chiedendo agli stati di aumentare i tagli delle emissioni già dal 2018;
  4. stanziamento di fondi per l’energia pulita;
  5. rimborsi ai paesi più esposti, atti a compensare le perdite finanziarie causate dai cambiamenti climatici nei paesi più vulnerabili geograficamente.

E’ vero che non è un accordo perfetto, in quanto non è stata fissata una data per l’azzeramento delle emissioni, che la partenza è troppo prorogata, che i controlli sono autocertificati (richiesta fatta dalla Cina…), ma era un punto di partenza. Una base da cui poter cominciare a costruire qualcosa. Ed ora?

La mia azione oggi è un altro passo verso la creazione di posti di lavoro. Basta con chi rubava la nostra prosperità. Oggi comincia una nuova rivoluzione energetica.

Queste le splendide parole del presidente Trump…e non aggiungo altro.

Anche Obama non era perfetto, anzi (vogliamo parlare del Nobel per la Pace?)…ma qualche passo nella giusta direzione lo aveva fatto, e mi riferisco, ad esempio, al Clean Power Plan.

E’ un dato di fatto che le risorse fossili di questo pianeta si stiano esaurendo, è un dato di fatto l’aumento della temperatura globale, è un dato di fatto che il mondo stia marciando verso l’autodistruzione. Se non siamo in grado di fare un passo indietro ora, domani sarà troppo tardi. Che senso ha questa continua folle corsa all’industrializzazione e alla necessità di produrre sempre di più? I mercati sono saturi. Piuttosto, perché l’eccesso non viene utilizzato per riequilibrare lo scompenso tra “mondo industrializzato”  e “terzo mondo” (sono due definizioni che odio!)? E poi, la ricerca ha fatto passi da gigante in questi anni, le alternative verdi ci sono, perché non svilupparle su larga scala e sfruttarle appieno? Perché le nostre azioni sono sempre dettate dall’ingordigia e dall’egoismo?

Per parafrasare Robert Baden-Powell, dovremmo lasciare il mondo in condizioni un po’ migliori di come l’abbiamo trovato, questa sarebbe vera evoluzione, ma è triste vedere come stiamo correndo nella direzione esattamente contraria.

Per fortuna confido nel fatto che molte persone la possano pensare diversamente e che ognuna di queste, nel suo piccolo, riesca a cambiare qualcosa.

Sono convinto che tanti piccoli cambiamenti porteranno ad un grande cambiamento!

 



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